Mercato illecito

Il 2014 ha fatto registrare un preoccupante incremento dei consumi di prodotti illeciti del tabacco (Fonte: Empty pack survey, MSIntelligence), dopo l’importante calo che si era verificato in Italia nel 2013 (fonte: KPMG Sun report 2014), ottenuto anche grazie al grande impegno delle forze dell’ordine. L’allarmante fenomeno rilevato nell’ultimo anno, è legato soprattutto alla facilità di accesso e ai bassi prezzi del mercato nero.

Napoli è la città più colpita dal fenomeno: da una ricerca realizzata dall’agenzia MSIntelligence nel 2014, basata sull’analisi di pacchetti vuoti raccolti per le strade, emerge che i pacchetti “non domestici” sono 1 su 3 e in prossimità di scuole il dato raggiunge livelli allarmanti superando in alcuni casi il 50%.

Forte è la percezione dell’esistenza e della diffusione del mercato nero adibito allo spaccio di prodotti illeciti del tabacco da parte dei genitori.

Secondo l’indagine SWG per Moige “Giovani&Fumo” (2015), condotta su un campione di 2000 genitori con figli di età compresa tra i 6 ed i 18 anni, ben 7 genitori su 10 (71%) ritengono che sia molto o abbastanza diffuso l’utilizzo di sigarette contraffatte o di contrabbando provenienti da altri paesi. Altrettanto marcata risulta la preoccupazione dei genitori per l’accesso ai prodotti illeciti da parte degli under 18: quasi 8 genitori su 10 (79%) pensano che il fenomeno sia diffuso in modo particolarmente elevato. Inoltre, 3 genitori su 4 (75%) ritengono che la facilità di accesso e i costi bassi siano i fattori principali dell’aumento costante del numero dei giovani fumatori.

Che cosa facilita il mercato illecito in Italia?

L’offerta di tabacco illecito è influenzata principalmente dall’opportunità di fare alti profitti con bassi rischi di essere scoperti: i controlli non sono sempre efficaci e le misure deterrenti appaiono scarse. Il mercato illecito del tabacco, pertanto, alimenta e favorisce i comportamenti criminali con partecipazione di mafie e gruppi organizzati.

A questi elementi si aggiunge anche il contesto economico, nonché le differenze di costi e tasse tra i vari Paesi. Non da ultimo, la mancata consapevolezza da parte della società civile o in alternativa, laddove il fenomeno è conosciuto, la tolleranza.